lunedì 19 dicembre 2011

"Cicatrici e guarigioni", interrogativi sullo spettacolo di chiusura della rassegna Civilmente

Nella società d’oggi, in cui troppo spesso la violenza è l’unica risposta alle offese e il perdono appare comunemente impossibile, è ancora possibile pensabile la mediazione tra autori di reato e vittime degli stessi?

È questo l’interrogativo al centro dell’esperimento, come da loro è stato definito, condotto da C.A.S.T. e da alcuni ospiti della Casa Circondariale “Lorusso e Cotugno” di Torino. Questo lavoro, presentato a scuole e pubblico ma con l’obiettivo successivo di favorire incontri e riflessioni tra vere vittime e rei, è stato presentato ad un pubblico numeroso ed interessato all’interno della rassegna “Civilmente”, promossa anche dal nostro corso di laurea.

Lo spettacolo è composto dalla ricostruzione di un reale furto di un orologio d’oro partendo dal punto di vista della vittima, in questo caso un’attrice, con il significato che per lei aveva questo oggetto e le emozioni provocate dalla perdita dello stesso: Successivamente il dialogo si sviluppa tra la vittima e alcuni rei (simbolicamente rappresentanti l’autore del reato), riflettendo sulle motivazioni che possono indurre a commettere un reato. Un terzo momento infine prevede il coinvolgimento del pubblico con un vero e proprio dialogo a tre tra rei, vittime e persone esterne.

Abbiamo raccolto i commenti di alcuni presenti:

Commento di Fabrizio:
Riguardo alla serata dell'altra sera, posso solo esprimere soddisfazione per un evento fuori dal comune, che ha ribaltato in sostanza i "piani" di partenza. E' per definizione il luogo chiuso (il carcere) che si è aperto alla società esterna (noi spettatori) non solo presentandoci i luoghi del penitenziario, ma facendoci interagire con gli attori (nella vita e nello spettacolo) della vita carceraria. Ho trovato particolarmente stimolante la discussione che ha seguito la rappresentazione: discussione in "real time", in presa diretta, gestita magistralmente dagli attori, che in questa esperienza hanno davvero incarnato la figura dell'educatore mediatore dei conflitti di vita. Certo l'argomento non era facile, l'incontro tra vittima e autore del reato, ma è stato arricchente ragionare sul tema non solo nei termini dei ruoli ricoperti dalle singole figure presenti nella storia, quanto piuttosto sospendere momentaneamente il giudizio e riscoprire la persona nella sua intimità, sia essa vittima o carnefice.

Commento di Elisa:
Tentativo interessante ed originale di affrontare una tematica quanto mai attuale: quella della mediazione e dialogo tra vittime e rei. Il dialogo finale con il pubblico è stata una fonte di profondi spunti di riflessione. Spero che il bel progetto di C.A.S.T. e della casa circondariale possa proseguire con successo.

Commento di Diego:

L’incontro tra autore e vittima di reato può avvenire solo se preceduto da incontri tra autore e vittima di reato con figure professionali che preparino e valutino la situazione. Il teatro può essere un mezzo per sensibilizzare sia le persone che vivono in carcere sia il pubblico.

Commento di Elisa:
Scena quasi spoglia, delle sedie e una cupola… così si è presentato ai nostri occhi il palco su cui sono saliti gli attori di questo spettacolo teatrale. Una scena fatta di cose essenziali (in un luogo considerato “chiuso”) per qualsiasi persona, anche per la vittima o l’autore di un reato. Chi lo dice che l’autore di un reato e la sua vittima un giorno non si sono sedute sulla stessa sedia in un teatro, in un bar, su un treno, sul pullman? Cosa accadrebbe se si incontrassero dopo che uno è diventato la vittima e l’altro l’autore di un reato? Domanda a cui è difficile rispondere però penso che sia possibile che tutto ciò avvenga, ma prima dell’incontro vi è la necessità per tutti e 2 gli attori di un percorso personale… un percorso che chiederà sacrifici, che forse troverà oscacoli, che potrebbe anche fallire… oppure un percorso che, senza troppa fretta, potrà portare all’incontro tra i 2 soggetti… in questo incontro non dovrà essere sottovalutato nulla, perché la minima cosa potrà far traboccare il vaso. Il luogo dell’incontro penso sia un elemento essenziale a cui i professionisti ( educatori, psicologi,…) devono pensare insieme.

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