martedì 31 gennaio 2012

Tesi di Elisa Casetta (Indice ed Introduzione): L'educatore professionale: una professione invisibile

Salve a tutti cari lettori di Educatori in (educ)azione,
da oggi vi proponiamo la tesi scritta da Elisa Casetta (contatto mail: ciu_89@hotmail.it ) una nostra collega che ha prodotto questo interessante elaborato per la sua dissertazione finale di laurea, e che gentilmente ci ha concesso di pubblicarlo sul nostro blog, per capire meglio chi è l'educatore professionale; perchè proprio di questo parla la sua tesi: della figura dell'educatore, dalla sua nascita ai giorni nostri.
Pubblicheremo la tesi un poco alla volta, un pezzo a settimana, e incominciamo questa settimana con l'indice (così potete capire di che cosa parla di preciso) e l'introduzione.
Buona lettura, e alla prossima settimana con il capitolo 1 !





UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI TORINO
Corso di Laurea Interfacoltà in Educazione Professionale
(abilitante alla professione sanitaria)




Dissertazione finale
in
Metodologia della Ricerca Educativa





L'educatore professionale:

una professione invisibile.

Relatore:
Roberto Trinchero






Candidato:
Elisa Casetta

 


Anno Accademico 2010/2011

Un ringraziamento al prof. Gianni D'Elia

Un ringraziamento speciale a chi mi ha dato l'idea
e suggerito un buon titolo.

 






Un ringraziamento sentito a tutti gli educatori,
per la loro preziosa disponibilità e collaborazione


 




INDICE

Introduzione

Capitolo 1: Le evoluzioni delle politiche sociali, la nascita e lo sviluppo dell'Educatore Professionale.

Il quadro normativo della legislazione dei servizi alla persona

1.1.1 La riforma Bassanini

1.1.2 La terza riforma sanitaria

1.1.3 La riforma italiana dell'assistenza: la legge quadro 328/2000

I "sevizi alla persona"

1.2.1 Le Carte dei Servizi

La nascita e lo sviluppo dell'Educatore Professionale.

1.3.1 L'Educatore Professionale all'interno delle riforme delle politiche sociali

1.3.2 L'Educatore nella riforma "ter" della sanità e nella legge quadro dei servizi

alla persona

1.3.3 Il nuovo assetto dell'Educatore Professionale


Capitolo 2: La formazione dell'Educatore Professionale

Gli anni 70: alla ricerca di una formazione

Gli anni 80: il Decreto Degan

Gli anni 90: la formazione universitaria

Oggi: nuove prospettive di riconoscimento per l'Educatore Professionale

Il futuro: le nuove disposizioni riguardanti l'Interfacoltà


Capitolo 3: Le competenze dell'Educatore Professionale

Chi è l'Educatore Professionale?

Il Codice Deontologico

Parlare di competenze

3.3.1 Le competenze consolidate

3.3.2 Le competenze da implementare


Capitolo 4: La Ricerca Educativa

La metodologia della ricerca educativa e il metodo qualitativo

La scrittura in educazione







La micro-ricerca: le risposte degli Educatori
Obiettivi ed ipotesi della ricerca
Stesura della traccia dei questionari
La scelta del campione e la distribuzione dei questionari
L'analisi e l'interpretazione dei questionari
L'immagine dell'Educatore Professionale
Forza e debolezza dell'Educatore Professionale
Per un maggior riconoscimento
Altre domande per ricercare

Conclusioni







INTRODUZIONE
"Nel 1985 Calvino fu invitato all'Università di Harvard negli Stati Uniti a tenere un corso di sei lezioni, che erano anche sei proposte per il nuovo millennio. Le sei proposte riguardavano le qualità e i valori che Calvino attribuiva alla letteratura, che possono essere riferite anche al lavoro educativo.

La leggerezza, che evoca subito l'idea del volare, non intendendo con questo il fuggire nel sogno o nell'irrazionale,ma piuttosto "il guardare il mondo con un'altra ottica, un'altra logica, altri modi di conoscenza e di verifica". La leggerezza anche come sinonimo di rispetto delle storie altrui e come tentativo di alleviare la "pesantezza" che ogni intervento educativo porta con sé.

La rapidità, ovvero la capacità di intuire il "tempo giusto", di essere adeguato nel proprio agire, anche cogliendo l'importanza di quel piccolo particolare. Ogni gesto, anche il più quotidiano e naturale, assume un significato ben preciso nella relazione educativa. Ogni intervento può apparire come un piccola "virgola", che quasi si perde all'interno del racconto; tuttavia concorre a dare senso e significato alla storia.

L'esattezza, non come ricerca del perfetto o presunzione di essere nel giusto, ma piuttosto come stimolo di una ricerca della consapevolezza, ad esempio conoscere e voler conoscere le potenzialità e i limiti espressivi propri e altrui.

La visibilità, come condizione di passaggio dall'invisibile al visibile. Per lasciare del nostro agire un segno, e per pro-gettare/pro-iettare un'immagine ben visibile ed esposta a sguardi critici.

La molteplicità, non solo come un'infinità di storie e di "romanzi da leggere", ma anche come diversità: coglierla vuol dire trovare il coraggio di affrontare anche un piccolo viaggio, se si è consapevoli della sua univocità. La molteplicità ci aiuta anche a ridimensionare il desiderio onnipotente di affrontare viaggi oceanici, riportandoci a terra. Perchè tutti noi abbiamo bisogno di porti dove poter attraccare e di brevi racconti da leggere.

La consistenza, che è uno spazio aperto, una pagina bianca in cui ciascuno può definire e definirsi. La consistenza è, per noi, soddisfazione ovvero il motore di ogni movimento, perchè il cuore di ogni narrazione è fatto di due battiti: un e-ducere, ovvero andare verso per farsi raccontare(tirae fuori), e un in-ducere, movimento di crescita e ricchezza personale per interiorizzare le storie altrui (portare dentro)".

(W. Brandani - P. Zuffinetti; 2004)

Appena iniziato il percorso di studi all'Interfacoltà non avevo tanto chiare le idee della mia scelta e sul mio futuro in generale. Sapevo solamente che questo era quello che avevo sempre voluto fare ed è per questo motivo che feci unicamente il test d'ingresso per Educatore Professionale. Con gli anni ho imparato a capire qualcosa, una piccola parte, di quello che sarebbe stato realmente il mio lavoro, di quello che sarebbe stata la mia vita in relazione a questo lavoro. E, per quello di cui ho potuto fare esperienza, mi piace, anche se non nego i momenti di forte incertezza e rammarico. Incertezza e precarietà lavorativa, per il nuovo modello di Stato che non permette certo una vita tranquilla e spensierata a chi opera nel settore del sociale e insieme a questo ovviamente le ricadute su chi con te lavora e cerca un futuro di vita migliore. Una sorta di impotenza nei riguardi dei soggetti con cui si lavora, rassegnazione perchè tutte queste dinamiche inevitabilmente ricadono su loro. Rammarico perchè la nostra professione non viene riconosciuta e anzi relegata ai margini della società. È una professione su cui tagliare, non su cui investire. È la realtà è che così facendo si taglia sulle vite di altre persone, sul futuro di una vita migliore, su una possibilità per loro.


Così ho deciso di indagare sulla figura dell'educatore, nella sua globalità, dal suo excursus storico, alla sua formazione e ai cambiamenti della società fino ai giorni nostri.

Nel primo capitolo infatti si analizzano le fasi evolutive della professione e la legislazione riferita ai servizi alla persona fondandosi sul presupposto per cui lo sviluppo delle professioni sociali, tra cui quella dell’educatore, è influenzato dalle politiche sociali.

Il secondo capitolo svilupperà il percorso dell'educatore sulla base della sua formazione professionale. Nato nel settore della formazione professionale, il sistema formativo dell’educatore è stato ed è tuttora caratterizzato da percorsi disomogenei. Si è per questo scelto di individuare e sintetizzare alcuni punti cruciali nella storia della formazione dell’educatore. Le profonde trasformazioni della società contemporanea coinvolgono tutte le professioni, dalle più tradizionali a quelle nuove. Ognuna di esse è implicata in una propria ridefinizione, in una comprensione delle proprie strutture, compiti e competenze.

È attorno a questi cambiamenti che l'educatore deve inventarsi nuovi modi per leggere la propria professione e professionalità, e questo implica anche l'implementazione di nuove competenze da integrare con quelle consolidate. Questi saranno gli argomenti principali trattati nel terzo capitolo.

Con il quarto capitolo si entra nel vivo dell'attività di ricerca sull'educatore professionale. La ricerca si muoverà in questo senso, per iniziare un percorso di riflessione generale intorno a questa professione, che parta dagli educatori stessi, dalla consapevolezza della loro professionalità.

Per rendere visibile e dare voce agli educatori sul loro ruolo e sulle loro funzioni, visibile per lasciare un segno del loro agire, proprio come direbbe Calvino.

Chi è l'educatore professionale e cosa vuole o può diventare?

mercoledì 25 gennaio 2012

Quando i mici servono per educare....


Vi proponiamo un interessante e simpatico articolo uscito nei mesi scorsi sul quotidiano "La Stampa"....

Estrapolo una frase dall'intero l'articolo che potete leggere qui: http://www3.lastampa.it/lazampa/articolo/lstp/434782/


"....Animali che ogni tanto riescono anche a stemperare le tensioni» dicevano gli agenti...."

mercoledì 18 gennaio 2012

Oggi conosciamo Franco Basaglia attraverso le sue parole:
  • "Dal momento in cui oltrepassa il muro dell'internamento, il malato entra in una nuova dimensione di vuoto emozionale (risultato della malattia che Burton chiama "institutional neurosis" e che chiamerei semplicemente istituzionalizzazione); viene immesso, cioè, in uno spazio che, originariamente nato per renderlo inoffensivo ed insieme curarlo, appare in pratica come un luogo paradossalmente costruito per il completo annientamento della sua individualità, come luogo della sua totale oggettivazione. Se la malattia mentale è, alla sua stessa origine, perdita dell'individualità, della libertà, nel manicomio il malato non trova altro che il luogo dove sarà definitivamente perduto, reso oggetto della malattia e del ritmo dell'internamento. L'assenza di ogni progetto, la perdita del futuro, l'essere costantemente in balia degli altri senza la minima spinta personale, l'aver scandita e organizzata la propria giornata su tempi dettati solo da esigenze organizzative che – proprio in quanto tali – non possono tenere conto del singolo individuo e delle particolari circostanze di ognuno: questo è lo schema istituzionalizzante su cui si articola la vita dell'asilo".
    (in La distruzione dell'ospedale psichiatrico, 1964)
  • "La follia è una condizione umana. In noi la follia esiste ed è presente come lo è la ragione. Il problema è che la società, per dirsi civile, dovrebbe accettare tanto la ragione quanto la follia, invece incarica una scienza, la psichiatria, di tradurre la follia in malattia allo scopo di eliminarla. Il manicomio ha qui la sua ragion d' essere".
  • Non esistono persone normali e non, ma donne e uomini con punti di forza e debolezza ed è compito della società fare in modo che ciascuno possa sentirsi libero, nessuno sentirsi solo.
  • Visto da vicino nessuno è normale.

lunedì 16 gennaio 2012

lunedì 9 gennaio 2012

Novità 2012

Bentornati!
Ricominciano le pubblicazioni del blog Educatori in (educ)azione, tante saranno le novità per questo 2012!

Cominciamo subito col dirvi che appena possibile pubblicheremo un resoconto di ciò che è accaduto in questi giorni e delle novità inerenti ai nostri fondi, in modo da cominciare l'anno con un po' di chiarezza.

Inoltre dalla prossima settimana cominceranno le settimane a tema, ovvero un diverso modo per conoscere dei personaggi simbolo per la nostra professione attraverso mini biografie, filmati e foto.

Le novità non sono finite infatti vogliamo proporvi anche un concorso fotografico aperto a tutti, dei video in cui gli educatori raccontano i servizi e tanto altro!

Non ci resta dunque che augurarvi un buon inizio anno in nostra compagnia!

lunedì 2 gennaio 2012

"EDUCATORE PROFESSIONALE. TORNANO I FINANZIAMENTI. Ma solo del 30%" (L'informazione di Rbe)

Interrompo questa pausa nataliazia del nostro blog poichè una novità importante (e tutto sommato positiva :-) ) è arrivata dalle parole di un'intervista rilasciata pochi giorni fa dal nostro Professore Paolo Bianchini per Radio Beckwith Evangelica.

Sul link potete ascoltare l'audio dell'intervista e leggere alcune delle parole dette dal professore all'interno della stessa: http://rbe.it/news/2011/12/28/educatore-professionale-tornano-i-finanziamenti-ma-solo-il-30/

Il mio invito è quello di prendersi alcuni minuti per poter ascoltare l'intervista integrale del Professore, poichè è molto interessante e ciò che è scritto è solo un piccolo spezzone dell'intervista radiofonica.


La parola fine è lontana dall'essere pronnciata, ma questo è un ulteriore passo avanti nella nostra protesta!!