da oggi vi proponiamo la tesi scritta da Elisa Casetta (contatto mail: ciu_89@hotmail.it ) una nostra collega che ha prodotto questo interessante elaborato per la sua dissertazione finale di laurea, e che gentilmente ci ha concesso di pubblicarlo sul nostro blog, per capire meglio chi è l'educatore professionale; perchè proprio di questo parla la sua tesi: della figura dell'educatore, dalla sua nascita ai giorni nostri.
Pubblicheremo la tesi un poco alla volta, un pezzo a settimana, e incominciamo questa settimana con l'indice (così potete capire di che cosa parla di preciso) e l'introduzione.
Buona lettura, e alla prossima settimana con il capitolo 1 !
UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI TORINO
Corso di Laurea Interfacoltà in Educazione Professionale
(abilitante alla professione sanitaria)
Dissertazione finale
in
Metodologia della Ricerca Educativa
L'educatore professionale:
una professione invisibile.
Roberto Trinchero
Candidato:
Elisa Casetta
Anno Accademico 2010/2011
Un ringraziamento al prof. Gianni D'Elia
Un ringraziamento speciale a chi mi ha dato l'idea
e suggerito un buon titolo.
Un ringraziamento sentito a tutti gli educatori,
per la loro preziosa disponibilità e collaborazione
INDICE
Introduzione
Capitolo 1: Le evoluzioni delle politiche sociali, la nascita e lo sviluppo dell'Educatore Professionale.
Il quadro normativo della legislazione dei servizi alla persona
1.1.1 La riforma Bassanini
1.1.2 La terza riforma sanitaria
1.1.3 La riforma italiana dell'assistenza: la legge quadro 328/2000
I "sevizi alla persona"
1.2.1 Le Carte dei Servizi
La nascita e lo sviluppo dell'Educatore Professionale.
1.3.1 L'Educatore Professionale all'interno delle riforme delle politiche sociali
1.3.2 L'Educatore nella riforma "ter" della sanità e nella legge quadro dei servizi
alla persona
1.3.3 Il nuovo assetto dell'Educatore Professionale
Capitolo 2: La formazione dell'Educatore Professionale
Gli anni 70: alla ricerca di una formazione
Gli anni 80: il Decreto Degan
Gli anni 90: la formazione universitaria
Oggi: nuove prospettive di riconoscimento per l'Educatore Professionale
Il futuro: le nuove disposizioni riguardanti l'Interfacoltà
Capitolo 3: Le competenze dell'Educatore Professionale
Chi è l'Educatore Professionale?
Il Codice Deontologico
Parlare di competenze
3.3.1 Le competenze consolidate
3.3.2 Le competenze da implementare
Capitolo 4: La Ricerca Educativa
La metodologia della ricerca educativa e il metodo qualitativo
La scrittura in educazione
La micro-ricerca: le risposte degli Educatori
Stesura della traccia dei questionari
La scelta del campione e la distribuzione dei questionari
L'analisi e l'interpretazione dei questionari
Forza e debolezza dell'Educatore Professionale
Per un maggior riconoscimento
Altre domande per ricercare
Conclusioni
INTRODUZIONE
"Nel 1985 Calvino fu invitato all'Università di Harvard negli Stati Uniti a tenere un corso di sei lezioni, che erano anche sei proposte per il nuovo millennio. Le sei proposte riguardavano le qualità e i valori che Calvino attribuiva alla letteratura, che possono essere riferite anche al lavoro educativo.
La leggerezza, che evoca subito l'idea del volare, non intendendo con questo il fuggire nel sogno o nell'irrazionale,ma piuttosto "il guardare il mondo con un'altra ottica, un'altra logica, altri modi di conoscenza e di verifica". La leggerezza anche come sinonimo di rispetto delle storie altrui e come tentativo di alleviare la "pesantezza" che ogni intervento educativo porta con sé.
La rapidità, ovvero la capacità di intuire il "tempo giusto", di essere adeguato nel proprio agire, anche cogliendo l'importanza di quel piccolo particolare. Ogni gesto, anche il più quotidiano e naturale, assume un significato ben preciso nella relazione educativa. Ogni intervento può apparire come un piccola "virgola", che quasi si perde all'interno del racconto; tuttavia concorre a dare senso e significato alla storia.
L'esattezza, non come ricerca del perfetto o presunzione di essere nel giusto, ma piuttosto come stimolo di una ricerca della consapevolezza, ad esempio conoscere e voler conoscere le potenzialità e i limiti espressivi propri e altrui.
La visibilità, come condizione di passaggio dall'invisibile al visibile. Per lasciare del nostro agire un segno, e per pro-gettare/pro-iettare un'immagine ben visibile ed esposta a sguardi critici.
La molteplicità, non solo come un'infinità di storie e di "romanzi da leggere", ma anche come diversità: coglierla vuol dire trovare il coraggio di affrontare anche un piccolo viaggio, se si è consapevoli della sua univocità. La molteplicità ci aiuta anche a ridimensionare il desiderio onnipotente di affrontare viaggi oceanici, riportandoci a terra. Perchè tutti noi abbiamo bisogno di porti dove poter attraccare e di brevi racconti da leggere.
La consistenza, che è uno spazio aperto, una pagina bianca in cui ciascuno può definire e definirsi. La consistenza è, per noi, soddisfazione ovvero il motore di ogni movimento, perchè il cuore di ogni narrazione è fatto di due battiti: un e-ducere, ovvero andare verso per farsi raccontare(tirae fuori), e un in-ducere, movimento di crescita e ricchezza personale per interiorizzare le storie altrui (portare dentro)".
(W. Brandani - P. Zuffinetti; 2004)
Appena iniziato il percorso di studi all'Interfacoltà non avevo tanto chiare le idee della mia scelta e sul mio futuro in generale. Sapevo solamente che questo era quello che avevo sempre voluto fare ed è per questo motivo che feci unicamente il test d'ingresso per Educatore Professionale. Con gli anni ho imparato a capire qualcosa, una piccola parte, di quello che sarebbe stato realmente il mio lavoro, di quello che sarebbe stata la mia vita in relazione a questo lavoro. E, per quello di cui ho potuto fare esperienza, mi piace, anche se non nego i momenti di forte incertezza e rammarico. Incertezza e precarietà lavorativa, per il nuovo modello di Stato che non permette certo una vita tranquilla e spensierata a chi opera nel settore del sociale e insieme a questo ovviamente le ricadute su chi con te lavora e cerca un futuro di vita migliore. Una sorta di impotenza nei riguardi dei soggetti con cui si lavora, rassegnazione perchè tutte queste dinamiche inevitabilmente ricadono su loro. Rammarico perchè la nostra professione non viene riconosciuta e anzi relegata ai margini della società. È una professione su cui tagliare, non su cui investire. È la realtà è che così facendo si taglia sulle vite di altre persone, sul futuro di una vita migliore, su una possibilità per loro.
Così ho deciso di indagare sulla figura dell'educatore, nella sua globalità, dal suo excursus storico, alla sua formazione e ai cambiamenti della società fino ai giorni nostri.
Nel primo capitolo infatti si analizzano le fasi evolutive della professione e la legislazione riferita ai servizi alla persona fondandosi sul presupposto per cui lo sviluppo delle professioni sociali, tra cui quella dell’educatore, è influenzato dalle politiche sociali.
Il secondo capitolo svilupperà il percorso dell'educatore sulla base della sua formazione professionale. Nato nel settore della formazione professionale, il sistema formativo dell’educatore è stato ed è tuttora caratterizzato da percorsi disomogenei. Si è per questo scelto di individuare e sintetizzare alcuni punti cruciali nella storia della formazione dell’educatore. Le profonde trasformazioni della società contemporanea coinvolgono tutte le professioni, dalle più tradizionali a quelle nuove. Ognuna di esse è implicata in una propria ridefinizione, in una comprensione delle proprie strutture, compiti e competenze.
È attorno a questi cambiamenti che l'educatore deve inventarsi nuovi modi per leggere la propria professione e professionalità, e questo implica anche l'implementazione di nuove competenze da integrare con quelle consolidate. Questi saranno gli argomenti principali trattati nel terzo capitolo.
Con il quarto capitolo si entra nel vivo dell'attività di ricerca sull'educatore professionale. La ricerca si muoverà in questo senso, per iniziare un percorso di riflessione generale intorno a questa professione, che parta dagli educatori stessi, dalla consapevolezza della loro professionalità.
Per rendere visibile e dare voce agli educatori sul loro ruolo e sulle loro funzioni, visibile per lasciare un segno del loro agire, proprio come direbbe Calvino.
Chi è l'educatore professionale e cosa vuole o può diventare?